DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE
La caratteristica essenziale di un episodio depressivo maggiore è un periodo di almeno due settimane durante il quale viene la presenza di umore depresso o una perdita di interesse o piacere in quasi tutte le attività. L'individuo deve anche avere almeno quattro dei seguenti sintomi:
- modificazione dell'appetito o del peso, del sonno e dell'attività psicomotoria;
- diminuizione dell'energia;
- sensi di autosvalutazione o di colpa;
- difficoltà nel pensare, concentrarsi o prendere decisioni;
- pensieri ricorrenti di morte o ideazione suicida aria o piani per commettere suicidio o tentativi di suicidio.
Per considerare un episodio depressivo come tale, un sintomo deve essere di nuova comparsa o essere chiaramente peggiorato rispetto allo stato precedente. I sintomi devono persistere per la maggior parte del giorno, quasi tutti giorni, per almeno due settimane consecutive. L'episodio deve essere accompagnato da disagio clinicamente significativo o da compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. In alcuni individui con episodi più lievi, il funzionamento può apparire normale ma richiede un marcato aumento di sforzo.
L'umore, in un episodio depressivo maggiore, viene spesso descritto dall'individuo come depresso, triste, disperato, scoraggiato o "giù di corda". In alcuni casi, la tristezza può essere inizialmente negata ma, durante un colloquio clinico, se l'individuo viene stimolato, (ad esempio facendo notare che sembra sul punto di piangere) viene alla luce. In alcuni individui che lamentano di sentirsi "spenti", di non avere sentimenti o di sentirsi ansiosi, la presenza di umore depresso può essere dedotta dall'espressione del viso o dall'atteggiamento. Alcuni enfatizzano i sintomi fisici, per esempio fastidi e dolori corporei, anziché riferire sentimenti di tristezza. Molti altri riferiscono o mostrano un aumento dell'irritabilità (per esempio rabbia persistente, tendenza rispondere agli eventi con accessi d'ira o prendendosela con gli altri, esagerato senso di frustrazione), per questioni irrilevanti. La perdita di interesse o piacere e quasi sempre presente, almeno in qualche misura. Individui possono riferire di sentirsi meno interessati agli hobby, di "non curarsene più" o di non provare alcun piacere in attività precedentemente considerate piacevoli. I familiari notano spesso ritiro sociale o abbandono delle occupazioni piacevoli. In alcuni individui viene una significativa riduzione dell'interesse e del desiderio sessuale rispetto ai livelli precedenti. La modificazione dell'appetito può consistere sia nella riduzione sia nell'aumento di esso. Alcuni individui depressi riferiscono di doversi sforzare a mangiare. Altri possono mangiare di più e desiderare fortemente cibi particolari, per esempio dolci altri carboidrati. Quando le alterazioni dell'appetito sono gravi in entrambe le direzioni può esservi una perdita o una momento di peso significativi.
L'alterazione del sonno può assumere la forma della difficoltà di dormire o quella del dormire troppo. Quando è presente insonnia, e si assume tipicamente la forma di insonnia centrale (cioè risveglio durante la notte e poi difficoltà riaddormentarsi) o di insonnia terminale (cioè svegliarsi troppo presto non essere in grado di addormentarsi). Si può verificare anche insonnia iniziale (cioè difficoltà ad addormentarsi). Individui che presentano eccesso di sonno (ipersonnia) possono avere prolungati episodi di sonno notturno oppure un aumento del sonno diurno. Talvolta il sonno disturbato è il motivo per cui l'individuo richiede il trattamento.
Le alterazioni psicomotorie includono agitazione (per esempio incapacità di stare seduti, passeggiare avanti e indietro, stropicciarsi le mani; oppure tirarsi o sfregarsi la pelle, i vestiti o altri oggetti) oppure rallentamento (per esempio eloquio, pensiero e movimenti del corpo rallentati; aumento delle pause prima di rispondere; eloquio con riduzione di volume, di inflessioni o di varietà di contenuti, oppure mutacismo). L'agitazione o il rallentamento psicomotorio devono essere abbastanza gravi da poter essere osservati da altri e non rappresentare semplicemente una sensazione soggettiva.
Sono comuni diminuzione dell'energia, astenia e faticabilità. Individuo può riferire una continua stanchezza in mancanza di attività fisica. Anche i più piccoli compiti sembrano richiedere uno sforzo considerevole. Può essere ridotta all'efficienza nello svolgere dei compiti. Per esempio, un individuo può lamentarsi del fatto che lavarsi vestirsi al mattino sia faticoso e richiede al doppio del tempo rispetto al solito.
Il senso di autosvalutazione o di colpa associato un episodio depressivo maggiore può includere valutazioni negative irrealistiche del proprio valore oppure preoccupazioni di colpa o ruminazione su piccoli errori passati. Tali individui spesso interpretano eventi quotidiani neutri o banali ritenendoli la prova di difetti personali e provano un esagerato senso di responsabilità riguardo a eventi sfavorevoli. Il senso di autosvalutazione o di colpa può assumere proporzioni deliranti (per esempio un individuo convinto di essere personalmente responsabile della povertà del mondo). Stiamo quindi parlando di qualcosa che va oltre il rimproverarsi di essere malati e di non riuscire ad assumersi responsabilità lavorative o interpersonali come conseguenza della depressione, cosa questa molto comune.
Molti individui riferiscono ridotta capacità di pensare, concentrarsi o prendere decisioni anche facili. Possono apparire facilmente distraibili o lamentarsi di difficoltà di memoria. Individui che svolgono attività impegnative dal punto di vista cognitivo spesso non sono in grado di funzionare in modo adeguato. Nei bambini, un calo precipitoso dei voti scolastici può riflettere una scarsa concentrazione. Negli anni individui anziani, i disturbi della memoria possono rappresentare la lamentela principale e possono essere erroneamente interpretate come primi segnali di una demenza. Quando l'episodio depressivo maggiore viene trattato con successo, stessi disturbi della memoria scompaiono completamente. Tuttavia, in alcuni individui, in particolare persone anziane, un episodio depressivo maggiore può a volte essere la manifestazione iniziale di una demenza irreversibile.
Sono frequenti pensieri di morte, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio. Questi pensieri variano da un desiderio passivo di non svegliarsi al mattino oppure dalla convinzione che gli altri starebbero meglio se la persona fosse morta, a pensieri transitori ricorrenti di suicidarsi, fino a un piano specifico di suicidio. Gli individui a più grande rischio suicidario possono aver sistemato i propri affari (per esempio aggiornato il testamento, liquidati debiti), aver acquistato materiale necessario (per esempio una corda una pistola) e possono aver stabilito luogo e momento per compiere suicidio. Le motivazioni per il suicidio possono includere un desiderio di rinunciare a fronteggiare ostacoli percepiti come insormontabili, un desiderio intenso di porre fine ad uno stato emotivo estremamente doloroso che viene percepito come interminabile, o un'incapacità di prevedere qualsiasi tipo di godimento nella vita, oppure il desiderio di non essere di peso agli altri.
Il disturbo depressivo maggiore e associato a elevata mortalità, causata prevalentemente dal suicidio che, tuttavia, non è l'unica causa. Per esempio, individui depressi ricoverati in case di cura hanno un marcato aumento della probabilità di morte nel primo anno. Individui presentano frequentemente facilità al pianto, irritabilità, tendenza a rimuginare, ruminazione ossessiva, ansia, fobie, preoccupazione eccessiva per la salute fisica e sintomi di dolore (Per esempio cefalee; dolori articolari, addominali o di altro tipo).
Nonostante l'esistenza di una vasta letteratura che descrive i correlati neuroanatomici, neuroendocrinologici e neurofisiologici del disturbo depressivo maggiore, nessun esame di laboratorio ha dato risultati di sufficiente sensibilità e specificità per essere utilizzato come strumento diagnostico per questo disturbo. L'anomalia più studiata negli episodi maggiori è l'iperattività dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che sembra essere associata alla melanconia, a caratteristiche psicotiche e a rischio suicidarono. Studi molecolari hanno ipotizzato anche fattori periferici, tra cui varianti genetiche di fattori neurotrofici e delle citochine pro-infiammatorie. Inoltre, studi di imaging con risonanza magnetica funzionale forniscono evidenze per anomalie funzionali di specifici circuiti neuronali che supportano l'elaborazione delle emozioni, la ricerca delle ricompense e la regolazione delle emozioni in adulti con depressione maggiore.
Sviluppo e decorso
Il disturbo depressivo maggiore può insorgere per la prima volta a qualsiasi età, ma la probabilità di esordio aumenta marcatamente con la pubertà. Negli Stati Uniti, l'incidenza sembra avere suo picco intorno ai vent'anni; tuttavia è comunale esordio in età avanzata.
Il decorso del disturbo depressivo maggiore e abbastanza variabile, in quanto alcuni individui non raggiungono mai, o solo raramente, la remissione (un periodo di due mesi o più senza sintomi, oppure uno o due sintomi presenti modo lieve), mentre altri vivono molti anni con pochi o nessun sintomo tre diversi episodi.
Per due individui su cinque con depressione maggiore, il processo di guarigione inizia in genere entro tre mesi dall'esordio, e per quattro individui sul cinque entro un anno. L'esordio recente è un importante indicatore della probabilità di guarigione a breve termine.
La caratteristica essenziale di un episodio depressivo maggiore è un periodo di almeno due settimane durante il quale viene la presenza di umore depresso o una perdita di interesse o piacere in quasi tutte le attività. L'individuo deve anche avere almeno quattro dei seguenti sintomi:
- modificazione dell'appetito o del peso, del sonno e dell'attività psicomotoria;
- diminuizione dell'energia;
- sensi di autosvalutazione o di colpa;
- difficoltà nel pensare, concentrarsi o prendere decisioni;
- pensieri ricorrenti di morte o ideazione suicida aria o piani per commettere suicidio o tentativi di suicidio.
Per considerare un episodio depressivo come tale, un sintomo deve essere di nuova comparsa o essere chiaramente peggiorato rispetto allo stato precedente. I sintomi devono persistere per la maggior parte del giorno, quasi tutti giorni, per almeno due settimane consecutive. L'episodio deve essere accompagnato da disagio clinicamente significativo o da compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. In alcuni individui con episodi più lievi, il funzionamento può apparire normale ma richiede un marcato aumento di sforzo.
L'umore, in un episodio depressivo maggiore, viene spesso descritto dall'individuo come depresso, triste, disperato, scoraggiato o "giù di corda". In alcuni casi, la tristezza può essere inizialmente negata ma, durante un colloquio clinico, se l'individuo viene stimolato, (ad esempio facendo notare che sembra sul punto di piangere) viene alla luce. In alcuni individui che lamentano di sentirsi "spenti", di non avere sentimenti o di sentirsi ansiosi, la presenza di umore depresso può essere dedotta dall'espressione del viso o dall'atteggiamento. Alcuni enfatizzano i sintomi fisici, per esempio fastidi e dolori corporei, anziché riferire sentimenti di tristezza. Molti altri riferiscono o mostrano un aumento dell'irritabilità (per esempio rabbia persistente, tendenza rispondere agli eventi con accessi d'ira o prendendosela con gli altri, esagerato senso di frustrazione), per questioni irrilevanti. La perdita di interesse o piacere e quasi sempre presente, almeno in qualche misura. Individui possono riferire di sentirsi meno interessati agli hobby, di "non curarsene più" o di non provare alcun piacere in attività precedentemente considerate piacevoli. I familiari notano spesso ritiro sociale o abbandono delle occupazioni piacevoli. In alcuni individui viene una significativa riduzione dell'interesse e del desiderio sessuale rispetto ai livelli precedenti. La modificazione dell'appetito può consistere sia nella riduzione sia nell'aumento di esso. Alcuni individui depressi riferiscono di doversi sforzare a mangiare. Altri possono mangiare di più e desiderare fortemente cibi particolari, per esempio dolci altri carboidrati. Quando le alterazioni dell'appetito sono gravi in entrambe le direzioni può esservi una perdita o una momento di peso significativi.
L'alterazione del sonno può assumere la forma della difficoltà di dormire o quella del dormire troppo. Quando è presente insonnia, e si assume tipicamente la forma di insonnia centrale (cioè risveglio durante la notte e poi difficoltà riaddormentarsi) o di insonnia terminale (cioè svegliarsi troppo presto non essere in grado di addormentarsi). Si può verificare anche insonnia iniziale (cioè difficoltà ad addormentarsi). Individui che presentano eccesso di sonno (ipersonnia) possono avere prolungati episodi di sonno notturno oppure un aumento del sonno diurno. Talvolta il sonno disturbato è il motivo per cui l'individuo richiede il trattamento.
Le alterazioni psicomotorie includono agitazione (per esempio incapacità di stare seduti, passeggiare avanti e indietro, stropicciarsi le mani; oppure tirarsi o sfregarsi la pelle, i vestiti o altri oggetti) oppure rallentamento (per esempio eloquio, pensiero e movimenti del corpo rallentati; aumento delle pause prima di rispondere; eloquio con riduzione di volume, di inflessioni o di varietà di contenuti, oppure mutacismo). L'agitazione o il rallentamento psicomotorio devono essere abbastanza gravi da poter essere osservati da altri e non rappresentare semplicemente una sensazione soggettiva.
Sono comuni diminuzione dell'energia, astenia e faticabilità. Individuo può riferire una continua stanchezza in mancanza di attività fisica. Anche i più piccoli compiti sembrano richiedere uno sforzo considerevole. Può essere ridotta all'efficienza nello svolgere dei compiti. Per esempio, un individuo può lamentarsi del fatto che lavarsi vestirsi al mattino sia faticoso e richiede al doppio del tempo rispetto al solito.
Il senso di autosvalutazione o di colpa associato un episodio depressivo maggiore può includere valutazioni negative irrealistiche del proprio valore oppure preoccupazioni di colpa o ruminazione su piccoli errori passati. Tali individui spesso interpretano eventi quotidiani neutri o banali ritenendoli la prova di difetti personali e provano un esagerato senso di responsabilità riguardo a eventi sfavorevoli. Il senso di autosvalutazione o di colpa può assumere proporzioni deliranti (per esempio un individuo convinto di essere personalmente responsabile della povertà del mondo). Stiamo quindi parlando di qualcosa che va oltre il rimproverarsi di essere malati e di non riuscire ad assumersi responsabilità lavorative o interpersonali come conseguenza della depressione, cosa questa molto comune.
Molti individui riferiscono ridotta capacità di pensare, concentrarsi o prendere decisioni anche facili. Possono apparire facilmente distraibili o lamentarsi di difficoltà di memoria. Individui che svolgono attività impegnative dal punto di vista cognitivo spesso non sono in grado di funzionare in modo adeguato. Nei bambini, un calo precipitoso dei voti scolastici può riflettere una scarsa concentrazione. Negli anni individui anziani, i disturbi della memoria possono rappresentare la lamentela principale e possono essere erroneamente interpretate come primi segnali di una demenza. Quando l'episodio depressivo maggiore viene trattato con successo, stessi disturbi della memoria scompaiono completamente. Tuttavia, in alcuni individui, in particolare persone anziane, un episodio depressivo maggiore può a volte essere la manifestazione iniziale di una demenza irreversibile.
Sono frequenti pensieri di morte, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio. Questi pensieri variano da un desiderio passivo di non svegliarsi al mattino oppure dalla convinzione che gli altri starebbero meglio se la persona fosse morta, a pensieri transitori ricorrenti di suicidarsi, fino a un piano specifico di suicidio. Gli individui a più grande rischio suicidario possono aver sistemato i propri affari (per esempio aggiornato il testamento, liquidati debiti), aver acquistato materiale necessario (per esempio una corda una pistola) e possono aver stabilito luogo e momento per compiere suicidio. Le motivazioni per il suicidio possono includere un desiderio di rinunciare a fronteggiare ostacoli percepiti come insormontabili, un desiderio intenso di porre fine ad uno stato emotivo estremamente doloroso che viene percepito come interminabile, o un'incapacità di prevedere qualsiasi tipo di godimento nella vita, oppure il desiderio di non essere di peso agli altri.
Il disturbo depressivo maggiore e associato a elevata mortalità, causata prevalentemente dal suicidio che, tuttavia, non è l'unica causa. Per esempio, individui depressi ricoverati in case di cura hanno un marcato aumento della probabilità di morte nel primo anno. Individui presentano frequentemente facilità al pianto, irritabilità, tendenza a rimuginare, ruminazione ossessiva, ansia, fobie, preoccupazione eccessiva per la salute fisica e sintomi di dolore (Per esempio cefalee; dolori articolari, addominali o di altro tipo).
Nonostante l'esistenza di una vasta letteratura che descrive i correlati neuroanatomici, neuroendocrinologici e neurofisiologici del disturbo depressivo maggiore, nessun esame di laboratorio ha dato risultati di sufficiente sensibilità e specificità per essere utilizzato come strumento diagnostico per questo disturbo. L'anomalia più studiata negli episodi maggiori è l'iperattività dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che sembra essere associata alla melanconia, a caratteristiche psicotiche e a rischio suicidarono. Studi molecolari hanno ipotizzato anche fattori periferici, tra cui varianti genetiche di fattori neurotrofici e delle citochine pro-infiammatorie. Inoltre, studi di imaging con risonanza magnetica funzionale forniscono evidenze per anomalie funzionali di specifici circuiti neuronali che supportano l'elaborazione delle emozioni, la ricerca delle ricompense e la regolazione delle emozioni in adulti con depressione maggiore.
Sviluppo e decorso
Il disturbo depressivo maggiore può insorgere per la prima volta a qualsiasi età, ma la probabilità di esordio aumenta marcatamente con la pubertà. Negli Stati Uniti, l'incidenza sembra avere suo picco intorno ai vent'anni; tuttavia è comunale esordio in età avanzata.
Il decorso del disturbo depressivo maggiore e abbastanza variabile, in quanto alcuni individui non raggiungono mai, o solo raramente, la remissione (un periodo di due mesi o più senza sintomi, oppure uno o due sintomi presenti modo lieve), mentre altri vivono molti anni con pochi o nessun sintomo tre diversi episodi.
Per due individui su cinque con depressione maggiore, il processo di guarigione inizia in genere entro tre mesi dall'esordio, e per quattro individui sul cinque entro un anno. L'esordio recente è un importante indicatore della probabilità di guarigione a breve termine.